Kim Seung-Hwan: un'arte che parla al cuore e dialoga con lo spazio.Sculptures Exhibition al San Clemente Palace Kempinski
Un invito a immergersi in un viaggio di colori vibranti e riflessi luminosi che danzano sull'acqua della laguna veneziana. Scoprite un'arte che parla al cuore e dialoga con lo spazio, il tempo e la luce unica di questa città incantata.
Oggi come mai prima, l'artista coreano sfida i codici del suo linguaggio - la scultura - e li spinge ai limiti estremi, portandoli a confrontarsi con l'immaterialità, il vuoto, la leggerezza e il colore. I titoli ci aiutano solo in parte a comprendere: da alcuni anni le sue opere sono tutte chiamate Organismi, una parola che si riferisce a un essere vivente completamente strutturato capace di produrre le reazioni e i processi vitali in sé stesso. In fondo, Pigmalione, Dedalo e i grandi creatori mitologici speravano tutti di donare vita alle loro statue, di infondergli il miracolo del movimento e della sensibilità.
In questo senso Seung-Hwan Kim non è diverso, anche se la vita che cerca non è quella della figura umana "classica", ma una vita dalle proporzioni e dalle forme morbide, quasi fluide, che sembrano essere emerse attraverso una germogliazione spontanea, in armonia con un proprio principio interno anziché risultato di una volontà esterna, vale a dire quella dell'artista.
Alcune di queste opere hanno proporzioni contenute, potrebbero vivere su un tavolo o appoggiarsi contro un muro, mentre altre sono monumentali e non è un caso che l'artista abbia assegnato un secondo nome ai più grandi esempi: Nuvola. Infatti, nonostante la loro consistenza oggettiva - tonnellate di acciaio inossidabile - queste opere appaiono leggere e immateriali come nuvole che si sono posate a terra, nuvole concrete, in relazione alle nuvole giocose e sceniche di Correggio e Bernini, che sono schermi schiumosi, veli e labirinti e corpi intermedi ambigui, incerti in bilico tra materialità e immaterialità.
Seung-Hwan Kim vede le nuvole come eleganti strutture che vibrano nell'atmosfera circostante e la riflettono, solide ma fugaci percepite e centri di incessante cambiamento; esse riflettono quindi l'area circostante, aprendosi al paesaggio e alla luce circostante. Le superfici morbide, curve, perfette e levigate risplendono, progettate come uno specchio che riflette il mondo e apre il volume al vuoto e alla luce.
È sorprendente che l'artista riesca a padroneggiare effetti come questi senza diventare decorativo, "facile", allo stesso modo le sue opere a volte possono tendere al design e essere interpretate come tavoli o lampade, senza sacrificare in alcun modo la loro profondità, complessità e ricchezza della ricerca che sta dietro di esse.
La varietà di riflessi negli Organismi colorati recenti richiama quella delle gemme, tutte simili per quanto riguarda la trasparenza e la texture del cristallo, tutte diverse per quanto riguarda il loro splendore e la qualità della vibrazione. E per qualità intendo le rifrazioni della luce, le lunghezze e le frequenze delle onde elettromagnetiche che, ai nostri occhi, generano la luce e quindi la visione. Seung-Hwan Kim gioca a modificarle, imprimendo loro specifiche connotazioni che dialogano con le forme e i movimenti delle opere, contribuendo a rendere un punto più nitido, quasi doloroso, o una goccia più arrotondata, quasi liquida, sorprendentemente attratta verso l'alto.
È sorprendente che l'artista riesca a padroneggiare effetti come questi senza diventare decorativo, "facile", allo stesso modo le sue opere a volte possono tendere al design e essere interpretate come tavoli o lampade, senza sacrificare in alcun modo la loro profondità, complessità e ricchezza della ricerca che sta dietro di esse.
La varietà di riflessi negli Organismi colorati recenti richiama quella delle gemme, tutte simili per quanto riguarda la trasparenza e la texture del cristallo, tutte diverse per quanto riguarda il loro splendore e la qualità della vibrazione. E per qualità intendo le rifrazioni della luce, le lunghezze e le frequenze delle onde elettromagnetiche che, ai nostri occhi, generano la luce e quindi la visione. Seung-Hwan Kim gioca a modificarle, imprimendo loro specifiche connotazioni che dialogano con le forme e i movimenti delle opere, contribuendo a rendere un punto più nitido, quasi doloroso, o una goccia più arrotondata, quasi liquida, sorprendentemente attratta verso l'alto.
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